Lugana Doc Santa Sofia
Il Lugana era conosciuto già all’epoca della Roma antica, tanto che il poeta Catullo ne cantava le lodi, bevendone in abbondanza durante i suoi soggiorni nella villa paterna a Sirmione.
Il conferimento della DOC risale al 1967: è stata la prima DOC in Lombardia e tra prime in Italia.
Scriveva il compianto maestro Luigi Veronelli: “Bevi il tuo Lugana giovane, giovanissimo e godrai della sua freschezza. Bevilo di due o tre anni e ne godrai la completezza. Bevilo decenne, sarai stupefatto dalla composta autorevolezza”.
E difatti il Lugana – che prende il nome dall’antico toponimo della zona, cioè Lucana, termine che potrebbe derivare dal latino lucus, bosco – è così: semplice nella sua versione base, strutturato e complesso via via che passano gli anni.
Di colore paglierino di relativa intensità e riflessi verdolino brillanti, dona sensazioni olfattive eleganti e raffinate, che rimandano a un incredibile pot-pourri floreale, composto da gialle ginestre e glicini lillà. Si fanno strada gradevoli note mandorlate e sentori minerali.
La beva – perfettamente armonica – dona un buon tenore alcolico ed educata tensione acida; la progressione rimanda alle sensazioni “pietrose” già colte al naso, il finale è molto pulito, lungo, sapido, agrumato e lievemente mandorlato.
Il Lugana, se colto in gioventù, si sposa a piatti di pesce sia di lago sia di mare: frittura di alici, branzino e gamberetti bolliti; i Lugana più maturi accompagnano prodotti ittici più grassi e preparazioni più complesse: anguilla alla brace, tinca al forno, impepata di cozze, astici alla griglia. Se decisamente evoluto, riesce a sfidare con successo anche le carni bianche quali il coniglio al forno.
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